
La famiglia Arcobaleno
“La famiglia da concepire, il benessere dei bambini e delle bambine con genitori gay e lesbiche”
Roma il 23-24 giugno 2016, Facoltà di Medicina e Psicologia, Università “La Sapienza”
Report di Elisabetta Marchiori, Daniela Lagrasta, Maria Vittoria Miotti
Si è svolta a giugno a Roma, sotto l’egida dell’Università La Sapienza, la Terza Edizione del Convegno Internazionale La famiglia da concepire, il benessere dei bambini e delle bambine con genitori gay e lesbiche.
Vittorio Lingiardi, Professore Ordinario di Psicologia Dinamica presso la Facoltà di Medicina e Psicologia, ha aperto i lavori invitando la platea prima al plauso per la sentenza, appena emessa dalla Cassazione, che ha riconosciuto la legittimità di un caso di stepchild adoption, poi a un accorato momento di raccoglimento per le vittime della recente strage di Orlando.
Un avvio coinvolgente per i numerosi partecipanti, da subito ingaggiati a diversi livelli di ascolto sui temi proposti dal programma: quello della ricerca scientifica, statistica e sociologica più rigorosa, quello culturale e quello dell’esperienza vissuta.
Il tutto in una prospettiva d’integrazione e di creazione di passaggi verso territori poco conosciuti o misconosciuti, così da renderli più esplorabili e pensabili, nella consapevolezza che in Italia sono più di 100.000 i figli di coppie gay e lesbiche.
Abbiamo individuato come fil rouge, teso a correlare gli interventi e i vivaci dibattiti, l’idea che la genitorialità non possa ricondursi a un mero atto d’amore “naturalmente” determinato e conseguente ad una capacità generativa. Piuttosto, essa è il risultato di un processo psichico individuale molto complesso, che affonda le radici nelle esperienze personali di accudimento ricevuto, nella loro interiorizzazione ed elaborazione, verso una scelta consapevole di perché e come prendersi cura di un figlio, sviluppando quelle funzioni genitoriali necessarie a garantirgli ciò di cui ha bisogno per un armonico sviluppo psicoaffettivo.
Quindi Lingiardi ha sottolineato, rifacendosi a Jung, quanto sia fondamentale il soffermarsi a ri-conoscere la realtà del proprio presente e, rimandando a Freud, quanto lo sia un percorso di approfondimento verso una maggiore chiarificazione delle “oscurità” delle dinamiche inconsce.
La lectio magistralis è stata tenuta da uno dei massimi esperti del settore, Susan Golombok, Direttrice del Centre for Family Research dell’Università di Cambridge, a partire dai contenuti del suo ultimo libro Famiglie moderne. Genitori e figli nelle nuove forme di famiglia, la cui traduzione italiana è stata pubblicata a cura di Lavinia Barone e Vittorio Lingiardi.
Nella sua ampia e articolata esposizione l’autrice ha illustrato lo stato dell’arte della ricerca psicologica in materia di sviluppo infantile e di funzioni genitoriali all’interno delle famiglie monogender o arcobaleno, con madri e padri omosessuali in coppia o single per scelta, che realizzano il desiderio di avere figli tramite l’adozione, le tecniche di riproduzione assistita o la gestazione per altri.
La Golombok, revisionando la letteratura scientifica sull’argomento, ha mostrato che la qualità delle relazioni familiari e dell’ambiente sociale sono più influenti, sul versante del sostegno allo sviluppo psicologico dei bambini, rispetto al numero, al genere, all’orientamento sessuale, alla parentela biologica dei loro genitori e al metodo del concepimento.
Originale e stimolante è stato poi il Dialogo tra ricerca e psicoanalisi sul tema dei processi di identificazione nelle famiglie omogenitoriali, in cui si sono cimentate Anna Maria Speranza, Professore Associato di Psicologia Dinamica e Direttore della Scuola di Psicologia Clinica de La Sapienza insieme a Tiziana Bastianini, Segretario Scientifico della Società Psicoanalitica Italiana.
Il loro approfondito contradditorio ha dimostrato come linguaggi e prospettive diverse si possano arricchire reciprocamente: dati scientifici e ipotesi psicoanalitiche si integrano in un comune punto di arrivo:il benessere psicologico e il processo evolutivo identitario dei figli sembrano dipendere, tanto nelle famiglie tradizionali quanto in quelle arcobaleno, dai processi interattivi, come la qualità dell’attaccamento, dall’adeguatezza delle funzioni genitoriali e dalla capacità di gestire eventi stressanti interni o esterni alla famiglia.
Roberto Baiocco, ricercatore presso La Sapienza, ha indicato il gruppo di ricerca di quest’Università come all’avanguardia, in Italia, nella presentazione di evidenze che avvallano gli studi in lingua anglosassone sulle nuove forme di famiglia e il benessere dei loro figli, fondamentali affinché qualsiasi dibattito possa definirsi scevro da pregiudizi.
Con Nicola Carone, dottorando di Ricerca in Psicologia Sociale, dello Sviluppo e Ricerca Educativa de La Sapienza, ha presentato i risultati del lavoro del gruppo nella relazione Il benessere dei bambini con genitori gay e lesbiche: a che punto è la ricerca italiana.
Lavinia Barone, Professore Associato di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione presso l’Università degli Studi di Pavia, si è soffermata su una ricerca in corso che utilizza la Adult Attachment Interview, integrata da questionari e osservazioni cliniche: Attaccamento e omogenitorialità: uno studio sulla qualità della relazione genitori-figli in età prescolare. Sebbene i risultati siano ancora parziali, non emergono differenze significative negli stili di attaccamento tra famiglie arcobaleno e famiglie tradizionali. Anzi, sostenendo la convinzione di Bowlby che il diventare genitore richiede un duro impegno, sembra emergere che i genitori “sociali” hanno maggiore disponibilità emotiva, come conseguenza di un percorso individuale e di coppia molto pensato ed elaborato.
La sessione pomeridiana del convegno è stata dedicata a due “testimonianze”.
La prima è stata una relazione dal titolo Riflessioni sulla genitorialità a partire dall’esperienza di una gestazione per altri, proposta da Gianfranco Goretti genitore, con il compagno Tommaso Gertrosio, di due figli avuti ricorrendo all’eterologa.
La seconda è stata la proiezione del film-documentario Prima di tutto (reperibile anche in DVD), del regista Marco Simon Puccioni, che racconta, fin dai primi momenti, la propria esperienza di genitorialità, condivisa con il compagno.
È ancora Lingiardi a tenere le fila di un ultimo, partecipato scambio d’interventi con la sala, dal quale ci sembra sia emersa la fondante importanza che hanno, nella formazione delle famiglie arcobaleno, non soltanto la narrazione di sé e della propria storia, la consapevolezza delle motivazioni profonde a diventare genitore, ma anche quella della condivisione delle esperienze rispetto al fare e all’essere genitori.
Una voce dal pubblico ha voluto esprimere a questi genitori il riconoscimento “di aver letto qualche pagina in più degli altri”: vorremmo noi qui aggiungere come sia stata nostra impressione che abbiano anche scritto e stiano scrivendo pagine nuove, originali e profonde sulle funzioni genitoriali e sulla loro consapevolezza, che ogni genitore dovrebbe leggere.