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Fertility Day: Quale tutela per la salute mentale della Donna e della Famiglia

Dott.ssa Paola Bondi e Dott.ssa Rossana Riolo

 

Negli ultimi giorni molte reazioni negative e commenti ironici su quotidiani e social  media si sono abbattuti sulla campagna lanciata dal Ministro della Salute, che ha programmato per il prossimo 22 settembre una giornata dedicata all’informazione sui temi della fertilità.

Sul sito del Ministero si legge:

“Il primo “Fertility day” si celebra il 22 settembre 2016 per richiamare l’attenzione di tutta l’opinione pubblica sul tema della fertilità e della sua protezione. La sua Istituzione è prevista dal Piano Nazionale della Fertilità per mettere a fuoco con grande enfasi:

  • – il pericolo della denatalità nel nostro paese
  • – la bellezza della maternità e della paternità
  • – il rischio delle malattie che impediscono di diventare genitori
  • – l’aiuto della medicina per le donne e gli uomini che non riescono ad avere figli

L’evento coinvolgerà tutti i Comuni Italiani attraverso l’Anci, e tutti gli attori e gli stakeholder in numerose iniziative di sensibilizzazione e approfondimento: giovani, famiglie, medici, farmacisti, ordini professionali, associazioni e società scientifiche.”

L’intento può essere in linea con gli obiettivi del Ministero della Salute, se volto a sensibilizzare la popolazione sui temi della salute riproduttiva e i rischi di infertilità, ma gli slogan utilizzati sono discutibili e le immagini a volte decisamente fuorvianti.

Uno dei più discussi mostra una donna con una clessidra in mano e la scritta “La bellezza non ha età, la fertilità sì”.   Da più parti è stato fatto notare che nella maggior parte dei casi le donne hanno ben presente che l’orologio biologico avanza inesorabilmente. Ad abbassare ai minimi storici il tasso di natalità nel nostro paese sono più spesso motivazioni di ordine socio-economici: le giovani coppie si scontrano con la precarietà del lavoro, redditi bassi, carenza di agevolazioni sociali e asili nido a prezzi proibitivi.

Si ha la sensazione che più che una campagna di informazione su basi scientifiche sia una specie di “battaglia per la natalità”, che può evocare sgradevoli reminiscenze di tempi andati.

In ogni caso è importante ricordare che procreazione e genitorialità  sono diritti, e non doveri, ed è auspicabile che ogni coppia possa arrivare ad esercitare tale diritto al momento giusto, dal greco “kairòs” (καιρός).

In particolare per ogni donna la maternità deve essere frutto di una scelta libera e consapevole, e non è opportuno che essa sia influenzata da pressioni sociali o ideologiche.

Come Associazione Kairos Donna abbiamo il dovere di segnalare che proprio tali pressioni costituiscono uno dei fattori di rischio per lo sviluppo della Depressione Perinatale.

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