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Fare rete: come le mamme cercano sostegni e si organizzano nel territorio attraverso il web.

L’esperienza di un’associazione di mamme a Vicenza.

 

Nativa non digitale, mi muovo con fatica e per fragili intuizioni nel mondo dei pc e degli Smartphone, della rete, dei social, con l’esperienza di mamma di figli grandi che aveva nelle amiche, o nella famiglia, un sostegno diretto, fatto di telefonate, incontri, scambi di informazioni faccia a faccia.

Da questo punto di osservazione guardo con curiosità e interesse il formicolare di vita e informazioni nel web, un’esperienza per me nuova ed estranea, che voglio capire meglio. Come professionista di Kairos Donna desidero conoscere come questa generazione di madri affronta, nella contemporanea modalità sociale e culturale, la maternità e i suoi compiti, trovando risorse preziose e risposte che sollecitano lo sguardo e le riflessioni.

Così incontro Silvia Canal, mamma e amministratrice del gruppo Facebook Esseremammeavicenza (aiutata da Raluca Zampiva, Serena Carolla, Rossella Rizzetto), per farmi raccontare l’esperienza della rete delle mamme vicentine.

Avevo tante domande da farle, per esempio sull’urgenza delle madri di condividere immediatamente sulla pagina FB, o sul fatto di chiedere consigli sulle cose più disparate e impensate, dai sondaggi sul nome da mettere al figlio, ai consigli sulle pappe o sui ricami sul bavaglino, a dove trovare oggetti e attrezzature, a nomi di medici, di professionisti. Formulando richieste di aiuto per dermatiti, bolle varie sul corpo dei piccoli con relative foto, fino a richieste di pronto soccorso online per ferite che sembrerebbero chiedere attenzione medica immediata.

Ero colpita anche dalle domande indirette di aiuto messe in rete, come espressione di sentimenti di inadeguatezza e paura del diventare mamma (sentimenti che spesso appartengono alle donne nell’affrontare un evento così complesso), o interrogativi sui comportamenti del compagno.

Guardo con interesse e curiosità anche le condivisione di foto, esperienze, momenti in famiglia, arrivi di neonati o annunci di gravidanza e tanto altro, e il grande bisogno di condividere, raccontare, sfogarsi, essere in contatto, talvolta essere rassicurati.

Dietro ogni iniziativa collettiva ci sono sempre le persone in carne ed ossa, e questa rete, di più di 7000 mamme, è nata dal desiderio e dalla voglia di condividere di Silvia, che, come mi racconta davanti ai nostri caffè, dovendo stare a riposo nella sua seconda gravidanza, ha cercato e trovato in rete dei contatti utili, in particolare nel forum nazionale di Periodofertile.

Da quell’esperienza nel 2013 è nata l’idea di creare il gruppo su Facebook Esseremammeavicenza, perchè “come mamma volevo far fare meno scalini alle altre mamme”, e subito dopo il sito (www.esseremammeavicenza.it). Successivamente nel marzo 2015 è nata l’Associazione di promozione sociale Emavi, con sede alle piscine Ferrarin di Vicenza.

L’avventura la impegna tantissimo, sia per rispondere alle moltissime richieste e ai post, ma anche perchè ritenendo importante dare informazioni corrette, dedica del tempo a controllare l’attendibilità delle fonti. Sollecitata da una mia domanda, concorda sul rischio di informazioni volatili e superficiali che si consumano in rete, ma anche sul fatto che alcune persone tendono a prestare troppa attenzione all’esterno, a chiedere risposte e conferme ai social,  piuttosto che cercare le risorse nelle proprie competenze o fidarsi di più di se stesse, guardandosi dentro.

L’altro rischio su cui riflettiamo insieme è quello che corre sul filo dei post di FB in genere, cioè la tendenza da parte di alcune a esprimere atteggiamenti giudicanti sulle scelte di altre mamme riguardo vari temi critici dell’allevamento e della maternità, quando invece non dovrebbe esserci pressing di nessun tipo, come dice chiaramente la presentazione del sito Emavi, che sottolinea come ogni bambino è unico, così come ogni mamma, e sta a lei scegliere come affrontare le cose, con le sue conoscenze, competenze, possibilità. Così il gruppo si è dato delle regole di rispetto.

Per Kairos Donna questo è un tema che ci sta molto a cuore, perchè constatiamo quanto a livello sociale e culturale, ma anche professionale, sia diffusa la tendenza ad esercitare una pressione per indurre determinate scelte piuttosto che altre, nell’idea che esista la mamma perfetta: come allattare, come partorire, come svezzare, come mettere a nanna. Le scelte obbligate, anche se sembrano migliori di altre.

Il ”devo” o “devi”, non danno mai buoni frutti.

Il gruppo è molto attivo e ha via via sempre più richieste di attività: organizza corsi, eventi, incontri caffè-aperitivo, giornate con le famiglie, il GAS, il gruppo La Vetrina per gli scambi, e anche il Gruppo Salotto, perchè dice Silvia, negli incontri tra mamme c’è bisogno anche di leggerezza, di parlare e fare le piccole cose che danno piacere. Sono nate amicizie importanti in carne ed ossa, frequentazioni, non solo virtuali. Nello stesso tempo esso permette alle mamme che passano momenti critici, o che gestiscono situazioni difficili legate al figlio, di avere un grande sostegno, di non sentirsi sole: “non sai cosa è Emavi per me” dicono alcune, che conosciute in rete e accomunate da difficoltà, restano in contatto e si danno sostegno e ascolto in momenti particolarmente delicati.

D’altra parte per Silvia sono state altre mamme che le hanno fatto da guida e da modello: ricorda la nonna che ha avuto 7 figli, e con riconoscenza tiene nella mente l’immagine della sua vicina di stanza in ostetricia, che alla terza gravidanza la incoraggiava ad attaccare la figlia al seno, subito, perchè arrivasse la montata lattea, e nell’insicurezza che stava vivendo è stata per lei un grande aiuto.

Mi ha fatto pensare al fatto che i corsi pre parto sono indubbiamente utili per dare informazioni, ma la cosa più importante è avere vicino una donna in carne ed ossa che ti sostiene, ti incoraggia, ti dà fiducia, ti aiuta a superare le piccole e grandi difficoltà nel momento in cui si presentano, quando la teoria serve a poco, serve solo una persona vicino che ti rassicura.

In fondo non dobbiamo dimenticare che vivere una gravidanza, partorire, allattare, ecc. ecc. succede rare volte nella vita: una, due, tre volte? E non vi siamo assolutamente preparate, anche se ci raccontano tutto per filo e per segno, l’esperienza è tutta un’altra cosa, è carne, sangue, sensazioni, tempi, relazione, è unica e nuovissima, e in fondo imprevedibile, piena di incognite e di scoperte.

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