
Piccoli così, nati prematuri.
25 settimane di gestazione. Questa è la soglia di sopravvivenza per i bambini nati prematuri. Se il piccolo viene al mondo in quel momento, la felicità del neo-genitore resta sospesa. Il film è l’esperienza personale del regista e della sua piccola Rita e la storia corale di tanti genitori che hanno percorso questo cammino.
La Terapia Intensiva Neonatale (TIN) è il reparto – sempre attivo – dove finiscono tutti questi bambini. Un reparto sconosciuto, se non ci si capita, di cui si ha poca notizia perfino negli altri reparti dell’ospedale e di cui la società sa poco o niente. Nella TIN i piccoli stanno nelle incubatrici, con dei pannolini più grandi di loro, con un berretto e le calzette di lana, perché il calore è per loro prezioso e non va disperso.
Quello che mi sono chiesto ogni giorno senza tregua – e che oggi, più lucidamente, mi tiene allerta – è: come posso entrare nel mondo di Rita? Se è con la sua “incompletezza” che dobbiamo fare i conti, se proprio sotto i nostri occhi si sta formando il suo “requisito minimo di vita”, noi genitori dove siamo? Qual è il limite, o la soglia che devo attraversare per poterla raggiungere e poi tornare? Mi butto a capofitto, ma devo muovermi piano…”. Sono queste le riflessioni che si è posto il regista del film, Angelo Marotta.
Marotta racconta l’esperienza di quel reparto sconosciuto a tutti: “Prima non sapevamo neanche che un simile posto potesse esistere: perché avremmo dovuto? Il Reparto era pieno di tanti altri bimbi, stracolmo di altre vite scivolate, senza che nessuno degli altri genitori avesse avuto la benché minima idea della sua esistenza. Mamme e papà stretti gli uni agli altri, a farsi forza, abbarbicati alle notizie, tesi sul filo, tra il fallimento e la speranza. Si può nascere così, quindi, accolti in un grande “utero iper-tecnologico” e a suo modo amorevole. Nei mesi avremmo imparato, ognuno a modo proprio, che quando le cose non sono più scontate e ogni giorno è una conquista, una piccola vittoria, tutta la vita ne esce cambiata radicalmente”.
“Rita ci ha preso per mano – invero, ci ha preso per il dito – e ha creato letteralmente lo spazio delle possibilità intorno a noi”
Angelo Marotta
.