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Progetto Scuola

L’incontro intergenerazionale

 Strategie per affrontare il malessere evolutivo

Dal “dover” essere genitori al “sentirsi” genitori

 

Il progetto per la scuola “L’incontro intergenerazionale: strategie per affrontare il malessere evolutivo”  nasce da una specifica richiesta, con lo scopo di comprendere e individuare strategie affettive e mentali capaci di salvaguardare la possibilità di investire nelle relazioni affettive tra le generazioni al fine di conquistare una convivenza creativa e rispettosa delle istanze reciproche, compresa quella dell’uso creativo e consapevole della tecnologia.

 

Essere genitori

Il nostro intento non è quello di insegnarvi come si fa a fare i genitori, semmai vorremmo sfruttare le vostre e le nostre competenze (che sono diverse) per aiutarvi ad essere i genitori che siete, o che vorreste essere, con il vostro stile personale, le vostre risorse, le vostre capacità di entrare in sintonia con i bisogni dei vostri bambini.

Non è poi così vero che il mestiere dei genitori è il più difficile, che come fai sbagli, e via di questo passo; fare, essere genitori è sicuramente molto, molto impegnativo, perché ci costringe ad un continuo re-set del nostro modo di essere che si deve confrontare con un Altro da noi in continua evoluzione.

Significa imparare a valorizzare le competenze del bambino, che sono diverse dalle nostre, ma non per questo meno utili ed efficaci, significa stare in continuo ascolto (un ascolto sufficientemente buono) dei bisogni dell’Altro che oggi sono cambiargli il pannolino e preparargli la merenda e domani sono aiutarlo a superare una delusione scolastica, condividere le sue scelte anche se sono diverse dalle nostre o da quello che avremmo scelto noi.

Significa imparare a mettere ogni tanto il nostro bisogno in secondo piano, significa accettare che quello che noi siamo in grado di dare non è quello di cui il nostro bambino ha bisogno e quindi dobbiamo cambiare. Per questo l’unione delle competenze diverse ci permette di lavorare su un concetto di collaborazione e cooperazione, non c’è competizione ma un modo di lavorare insieme che prevede che la diversità sia valore aggiunto, non si lavoro secondo il criterio del “o/o” ma del “e/e”; io e te, noi e voi.

Per questo abbiamo pensato di chiedervi di esprimere e verbalizzare quali sono i temi che vi stanno più a cuore, per permettere a noi di sfruttare la comprensione dei vostri bisogni e rispondere nel modo più attento e rispettoso.

 

La nostra proposta

La nostra società ipermoderna, con lo sviluppo della tecnologia virtuale e digitale, sta imponendo modalità di comunicazione basate sull’immediatezza e sull’efficacia visiva che hanno determinato profonde trasformazioni nel rapporto tra le generazioni.

Bambini e adolescenti “nativi digitali”, cresciuti relazionandosi con un video od uno schermo ed in grado di comunicare attraverso chat e social network, possiedono competenze tecnologiche maggiori rispetto agli adulti di riferimento (migranti digitali). Ne consegue che il rapporto tra le generazioni rischia di capovolgersi, esponendo i ragazzi a una crescita precoce.

Si tratta del fenomeno chiamato “adultizzazione”, che blocca le potenzialità creative relazionali tra genitori e figli, determinando, da entrambe le parti, la sensazione di “vivere in mondi diversi”, in uno stato d’isolamento e impotenza.

La conseguenza delle difficoltà di comunicazione intergenerazionale provoca nei ragazzi un malessere evolutivo che li convince a poter fare a meno degli adulti come modello di riferimento, per rivolgersi, nel migliore dei casi, ai coetanei o, nel peggiore dei casi, a personaggi digitali e mondi virtuali.

Al fine di non “perdere la connessione” con le nuove generazioni è necessario sperimentare modificazioni delle competenze genitoriali e nelle modalità comunicative e relazionali.

È necessario valorizzare le competenze di genitori e insegnanti anche grazie anche alle opportunità che la tecnologia stessa offre, cui bambini, adolescenti e adulti possono accedere insieme, incrementando le opportunità di un incontro creativo, al fine di sostenerne il percorso verso la posizione di adulto responsabile.

La Scuola, insieme alla famiglia, sono il contesto in cui le nuove generazioni sviluppano l’apprendimento culturale e le capacità relazionali e di “partecipazione/appartenenza”, e dove è possibile attuare strategie preventive alle situazioni di disagio

Il patto di corresponsabilità condiviso tra famiglia e Scuola è punto di partenza per lavorare, come adulti, affinché i ragazzi diventino cittadini del futuro.

Il progetto prevede una serie d’incontri tematici rivolti a genitori e insegnanti e condotti da esperti, mirati ad offrire uno spazio per riflettere insieme sulle difficoltà insite nel confronto intergenerazionale ed affrontarle in modo adeguato, per prevenire e gestire fenomeni quali bullismo, razzismo, intolleranza, spesso correlati all’adultizzazione precoce.

Attualmente il progetto è attivo presso un comprensorio di Padova.

 

Le Tutor

Federica Durano

Psicologa Clinica con indirizzo fenomenologico, Psicoterapeuta, iscritta all’Ordine degli Psicologi della Regione Veneto. Sono esperta in Psicodiagnostica Rorschach e Coordinatrice Responsabile dell’equipe psicologica dell’Unità di Cura per problematiche relative alla dipendenza da sostanze presso la Casa di Cura Parco dei Tigli di Teolo (PD).

Svolgo attività clinica e psicodiagnostica, colloqui individuali di sostegno e terapia di gruppo.

Svolgo regolarmente attività didattica come Tutor per i tirocini professionalizzanti e di scuole di specialità e attività formativa per gli infermieri. Responsabile della formazione in ASVEGRA.

Elisabetta Marchiori

Medico psichiatra, psicoterapeuta, membro ordinario della Società Psicoanalitica Italiana, della International Psychoanalytical Association.

Socio del Centro Veneto di Psicoanalisi, Dottore di Ricerca in Scienze Psichiatriche, già Dirigente Medico presso ULSS16 Veneziana.

 

Nella tua scuola

Se vuoi avviare il progetto anche nella tua scuola invia una richiesta a: kds.form@gmail.com

 

 

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