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Le ricamatrici

Rassegna Cinematografica Kairos Donna

Prosegue con successo la Rassegna cinematografica Sguardi al femminile, dedicata a L’altalena emotiva della maternità,  con la proiezione del film Le ricamatrici, opera prima, premiata con Les César du Cinéma, della regista e sceneggiatrice Eleonore Faucher (Francia, 2004). Tutti, alla fine, si sono fermati per partecipare alla conversazione con le psicoanaliste della Società Psicoanalitica Italiana Paola Golinelli e Elisabetta Marchiori.

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Le ricamatrici è un film delicato come un ricamo su un velo, lavorato con sapiente perizia e una cura dei dettagli straordinaria; come un ricamo intreccia fili di vite spezzate e le trasforma in figure sempre più definite e colorate, disvelando identità inattese.

Ha come protagonista una bella adolescente incinta, che potrà trasformare la sua gravidanza, vissuta inizialmente come una grave malattia, una crescita maligna, nel desiderio di generare una vita in continuità con la propria, grazie all’incontro con una donna che ha subito la perdita del giovane figlio, ma non la capacità di guardare e vedere – che manca alla vera madre –  ed è in grado di posare il suo sguardo materno su di lei.

La scrittrice Cristina Campo ricorda nel suo libro Gli Imperdonabili (1987, Adelphi) che “il tessere e l’annodare alludono di per sé alle vicende ordite per gli uomini da invisibili mani” e come “il vocabolo greco Kairos, che indica l’attimo senza ritorno (…) sia usato per definire un altro indefinibile: la momentanea, lampeggiante fessura tra l’ordito e la trama in cui la spola penetra fulmineamente”. Questo gesto rimanda all’attenzione che ogni ricamo e tessitura richiedono, alla “forma più pura dell’attenzione che è la responsabilità, la capacità di rispondere di qualcosa o qualcuno che nutre in misura uguale la poesia, l’intesa tra gli esseri, l’opposizione al male”.

Paola Golinelli, la più esperta psicoanalista in Italia sul rapporto tra psicoanalisi e cinema, su cui ha pubblicato molti scritti, per anni consulente per l’European Psychoanalitic Film Festival, ha offerto la sua visione del film, che ritroviamo nel bellissimo lavoro pubblicato “Le ricamatrici: il brillio dello sguardo materno” (International Journal of Psychoanalysis, 88, 2007, 242-252).

Tra i tanti emersi, voglio qui riprendere il discorso dello sguardo, file rouge della rassegna: attraverso gli sguardi che le due donne si scambiano passa l’intuizione del bisogno reciproco e del desiderio fondamentale che le attira l’una verso l’altra: la giovane ha bisogno di essere guardata e vista da una donna/madre divenire a sua volta una madre capace di amore; l’altra ha bisogno della vita che la ragazza ha dentro, per elaborare il suo lutto.

Dal pubblico, interessato e incuriosito dalle molteplici suggestioni offerte dal film e dal contributo della relatrice, si sono levati commenti e domande pertinenti che hanno reso l’incontro particolarmente coinvolgente.

 

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