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Domande Frequenti

In questa pagina puoi trovare risposte brevi ma esaudienti a domande poste spesso agli operatori. Se la tua domanda non è presente, scrivici, saremo lieti di risponderti.

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Pnd

Ci sono dei fattori di rischio per la PND (Depressione Perinatale)?

Sì, esistono alcuni fattori di rischio che costituiscono elementi di vulnerabilità allo sviluppo della PND:
– episodi di ansia o depressione durante la gravidanza
– storia personale di episodi depressivi
– eventi traumatici accaduti nell’ultimo anno
– relazione di coppia problematica o conflittuale
– gravidanze indesiderate o difficili

Baby blues e PND sono la stessa cosa?

No, sono problematiche diverse.

Il Baby blues é uno stato emotivo di tristezza, irritabilità e ansietà transitorio, comune alla maggior parte delle donne nelle prime 2 settimane dopo il parto: non richiede un trattamento specifico, è sufficiente essere informate sulla natura del disturbo e chiedere un supporto alle persone vicine.
La Depressione Perinatale (PND) è un disturbo psicologico vero e proprio, che colpisce durante la gravidanza o nel primo anno dopo il parto, e si manifesta con sintomi come umore depresso o fluttuante, stanchezza profonda, grave ansietà, difficoltà di attenzione e concentrazione e nell’accudimento del bambino, senso di inadeguatezza, disturbi del sonno.

Necessita di un trattamento specifico: è indispensabile parlarne al partner o alle persone vicine e chiedere aiuto ad una figura professionale.

Quali sono le cause della PND?

Le cause della Depressione Perinatale sono varie: fattori ormonali, stress psicofisico, fattori psicologici ( caratteristiche di personalità come bassa autostima, vulnerabilità alla depressione, tratti ossessivi e tendenza al perfezionismo) e fattori sociali ( giovane età, inesperienza, carenza di sostegno, difficoltà economiche).

 

Credo di soffrire di PND, cosa posso fare?

È importante riconoscere che c’è qualcosa che non va e parlarne con il proprio partner o con persone del contesto familiare o amici.

È opportuno cercare al più presto aiuto presso una figura professionale come il medico di base, il ginecologo, l’ostetrica, il pediatra.

Costoro potranno dare indicazioni iniziali e indirizzare ad uno specialista psichiatra e/o psicoterapeuta, il quale valuterà la situazione e consiglierà una terapia.

 

 

Quali sono i trattamenti terapeutici nel caso di PND?

Le terapie sono molteplici: spesso si affiancano i vari interventi per raggiungere un miglior risultato.
– Psicoterapia individuale o di gruppo: permette alla neo-mamma di esprimere, affrontare ed elaborare i propri vissuti negativi e dare un senso all’esperienza di disagio emotivo.
– Farmacoterapia: l’utilizzo di farmaci specifici, efficaci e ben tollerati, permette una più veloce risoluzione dei sintomi, soprattutto se affiancato dal sostegno psicoterapeutico.
– Interventi psicoeducazionali, gruppi di auto-aiuto, counseling di coppia.

 

 

Se ho sofferto di PND dopo la prima gravidanza, starò male anche con la seconda?

Sì, c’è un’elevata possibilità che ciò accada, per cui è opportuno mettere in atto interventi di prevenzione e parlarne con uno specialista.

 

Posso assumere farmaci per curare questi disturbi durante la gravidanza o l’allattamento?

Sì, ci sono vari farmaci che possono essere assunti con tranquillità, in quanto efficaci e ben tollerati.

 

Se io sto male, il mio bambino può risentirne?

Se la mamma soffre di depressione la relazione con il neonato sarà più difficile ed il bambino, seppur molto piccolo, può risentirne: anche per questo è importante chiedere aiuto.

 

Sono un familiare di una neo-mamma che mi sembra in difficoltà, cosa posso fare?

È molto importante che le persone vicine (partner, famiglia d’origine, amici) forniscano il loro aiuto alla neo-mamma in modo discreto e nel rispetto dei ruoli.

Se si manifesta una sofferenza é importante avere un atteggiamento di ascolto e comprensione, non giudicare e non minimizzare, e incoraggiare a formulare la richiesta d’aiuto ad una figura professionale.

 

Quali sono i sintomi della PND?
  • – Tristezza, facilità al pianto, irritabilità.
  • – Eccessiva preoccupazione e ansia.
  • – Stanchezza profonda.
  • – Difficoltà di attenzione e concentrazione.
  • – Sentimenti di colpa.
  • – Pensieri negativi e pessimistici ossessivi.
  • – Alterazione dell’appetito e disturbi del sonno.
  • – Sintomi relativi alla relazione col bambino (senso di inadeguatezza, sentire il bambino come un peso, avversione o paura di fargli del male).

 

 

 

 

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