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GIOCANDO SI IMPARA !

L’importanza del gioco nel bambino

No, non è mai solo un gioco. Dall’ osservazione clinica dello sviluppo infantile si può vedere come il gioco sia un’attività fondamentale per la sana crescita del bambino.
L’ attività ludica gli permette di mostrare parti di sé; il bambino attraverso il gioco riesce ad esprimere il suo stato d’animo, ad evidenziare a sé e agli altri ciò che più gli piace, a comprendere cosa gli riesce meglio o cosa lo spaventa.

Il gioco, dunque, è un mezzo per comunicare a sé stesso e agli altri delle informazioni e permette al bambino di sviluppare numerose competenze cognitive, emotive e relazionali. L’attività di gioco compare fin dai primi mesi e inizialmente comprende parti del corpo come fonte di scoperta e successivamente di divertimento.

Il bambino piccolo a pochi mesi scopre ad esempio di avere le mani; inizialmente le scruta, le osserva, le muove e poi le usa per afferrare e per far rumore; ugualmente per i piedi e coì anche per la bocca che muovendosi produce suoni e fa sorridere.

Con la crescita il bambino viene poi affascinato dall’ambiente in cui si trova, e ogni oggetto può essere fonte di gioco: manipolare, trascinare, sbattere sono tutte abilità che il bambino apprende grazie all’attività ludica.

La conquista poi della deambulazione, apre la possibilità al bambino di spostarsi in autonomia, velocemente e in questo periodo le capacità cognitive e motorie si affinano ulteriormente. Curiosa poi é la comparsa del gioco simbolico, ovvero “il fare finta di”, questo gioco segnala un’evoluzione nel pensiero del bambino e gli permette di usare la sua immaginazione per comunicare e divertirsi.

Sempre tra i 18 e i 24 mesi, inoltre, il gioco comincia ad avere delle finalitá e diventa maggiormente intermediario nelle relazioni sociali.
Ecco perché non preoccuparsi se all’asilo nido specie nei bambini più piccoli non ci siano giochi in gruppo, ogni bambino deve prima potersi sperimentare singolarmente, esplorare l’ambiente, giocare vicino agli altri magari con lo stesso materiale. Imitarsi, acquisire sicurezza per poi giocare assieme.

È solo intorno ai tre anni, infatti, che i bambini iniziano a collaborare tra loro, potendo a questo punto mettere in scena dei giochi di gruppo.
Dopo i tre anni le attività sono di cooperazione, i bambini iniziano a padroneggiare il linguaggio e la loro comprensione del mondo li aiuta nella socializzazione.
Si concretizza man mano il gioco di regole, dove ci si deve prima accordare, aspettare, conoscere e in questo periodo nascono le prime relazioni di gruppo.

Tra i tre e i sei anni il gioco sociale diventa sempre più complesso con la creazione di copioni da seguire e assegnazione di ruoli e le occasioni di scontro e di litigio possono essere più frequenti; segnalando così il normale percorso di crescita. Attraverso il gioco le conquiste fatte dal bambino sono molteplici ed é proprio sapendo questo che i genitori possono aiutare il bambino nel suo sviluppo.

È importante, quindi, per il bambino sperimentarsi in più occasioni, sia avere momenti di gioco libero tra coetanei: gioco tra pari senza l’intrattenimento dall’adulto, ma condiviso tra bambini dove ognuno possa portare sé stesso, sperimentarsi e mettersi appunto in gioco.

Alternato a momenti di gioco libero individuale dove il bambino impari a stare con se stesso, un tempo suo, per poter capire quale gioco diverte di più; ma soprattutto per mettere a frutto creatività e immaginazione.



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